Fonzaso 2

Un Porto ai piedi delle Dolomiti

LISTEN Estratto da "Taglie, bòre doppie, trequarti" di Bianca Simonato Zasio:


Fonzaso fu un nodo strategico naturale del sistema di trasporto e di commercio del legname nei secoli vista la sua collocazione, allo sbocco del Primiero e della vicina Val del Vanoi, luoghi ricchi di foreste di pregio. L’espressione “porto di Fonzaso” veniva usata alla fine del Cinquecento riferendosi al tratto del Torrente Cismon dove si allarga in ampie fasce pianeggianti, divenendo il luogo ideale per la lavorazione, lo stoccaggio e il commercio del legname. Giusto per avere un’idea dell’importanza commerciale di Fonzaso, basti sapere che nei primi anni del Seicento qui passavano 40.000 taglie di legname l’anno, per un valore di mercato altissimo. La presenza di molti mercanti “foresti” trasferitisi a Fonzaso crebbe tra la seconda metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Importanti famiglie di mercanti di legname si stabilirono a Fonzaso spesso affiancandosi a famiglie nobili locali che qui possedevano terreni e segherie. Si strinsero quindi forti alleanze commerciali che a volte si rafforzarono attraverso nuovi legami familiari. Un’eredità di questa fervida dimensione economica e commerciale è data dal gran numero di ville, residenze di pregio e palazzi nobiliari diffusi in tutto il territorio fonzasino.
Preziosa e molto bella è ad esempio villa Tonello-Zampiero ad Arten, che risale al XVI secolo. Nel capoluogo sono di particolare rilievo il palazzo De Pantz e il palazzo Angeli ora sede dell'Istituto Canossiano.

LISTEN Estratto da "Taglie Bòre Doppie Trequarti" di Bianca Simonato Zasio:


NON SOLO LEGNAME

L'elemento che caratterizza il paesaggio è dato dalla grande piana che si apre al centro del territorio comunale, un tempo intensamente coltivata e punteggiata dai tipici barch per il ricovero del fieno. I barch si vedono ancora: quattro pali agli angoli e un tetto in lamiera, in passato di paglia. Questi rustici costituiscono una limpida testimonianza di un'architettura rurale sopravvissuta e motivata dall'indifferibile esigenza di dare ricovero al fieno raccolto e soprattutto di conservarlo.

Questa campagna era un luogo nevralgico per il commercio del fieno tanto che l'area è ancora chiamata "la fenadora", ad indicare il luogo dove il fieno veniva raccolto dopo esser stato portato giù dalle montagne con immani fatiche.

LISTEN affilatura della falce:


LISTEN il canto dello sfalcio:


Nonostante le varie avventure e disavventure la popolazione non ha mai smesso di coltivare la propria terra, le principali risorse oltre il legname e il fieno erano l'uva e i gelsi per i bachi da seta. Oggi si stanno riscoprendo molti di questi prodotti, soprattutto l'uva. Alcuni paesani infatti, stanno riportando alla luce molte uve che una volta erano ben rinomate e che non si trovano altrove. Chiaramente non ci si ferma all'uva, le produzioni locali di vino furono importanti in passato ed oggi si stanno imponendo in modo promettente in specifiche nicchie di mercato.

Attorno al capoluogo dotato di diverse costruzioni dalle linee signorili, vi sono alcune frazioni e borgate più essenziali e di connotazione rurale. La principale è senza dubbio Arten che sorge sul lembo di nord-est del territorio comunale, in corrispondenza dell'imbocco della piccola e bella Valle del Canalet che porta nel territorio di Pedavena. Frassenè ed Agana si trovano dall'altra parte del torrente Cismon, sulla destra orografica, mentre altri piccoli nuclei abitati interessano il distretto più a sud lungo la strada statale che, dall'incrocio della Fenadora, si dirige verso Arsié e la Valsugana.

Il Torrente Cismon, affluente del Brenta, è il corso d'acqua principale. Le sue acque sono state sfruttate prima per il funzionamento di segherie e mulini e fin dall'inizio del secolo scorso per la produzione di energia elettrica.