Anello di Valòrna 2

La leggenda e il mito si intrecciano nell’arte

Valonart:
L’arte si esprime qui in semplicità e concretezza nella sua capacità di rappresentare spazi emotivi dell’animo umano e di intrecciarsi con la realtà e i contesti alla ricerca di sempre nuove forme di rappresentazione. L'arte ha deciso di abitare in Vallorna e molte persone, negli ultimi anni, si sono cimentate a disseminare lungo parte del nostro percorso varie opere d’arte povera (land art), inserite bene anche dal punto di vista ecologico attraverso la scelta di soluzioni e materiali aderenti ai contesti ambientali.

L’aderenza ecologica all’ambiente si nota anche nell’uso di materiali assolutamente naturali, presi da qui e destinati a rientrare, senza lasciare tracce, nel ciclo in perenne evoluzione della natura. Una simile manifestazione di arte collettiva in natura lascia intendere che l’immaginario locale è stato molto stimolato da questa amena valle. La comunità ha una lunga eredità di racconti associati alla Vallorna e chi la conosce si riferisce ad essa sempre con rispetto, percorrendola in punta di cuore. Sono molte le leggende legate alla valle e nello specifico spicca quella della Regina Amalasunta.

LISTEN La Strada de Atila (tratto da "Cargàr Montagna" rivisitazione di un testo di Matteo Melchiorre):


La Regina Amalasunta

Questa storia è carica di mistero, un vero e proprio intreccio di fatti storicamente documentati, di leggende e di racconti popolari. Il confine fra fantasia e realtà sembra passare attraverso la Vallorna. Alcune notizie importanti: in località “Castèl” a Rasai si dice ci sia stato il castello della Regina Amalasunta. La sua dimora era posta su un dolce rilievo in località i Coi.

Amalasunta fu un'illuminata Regina dei Goti e unica figlia di Teodorico Re degli Ostrogoti. Nacque a Ravenna nel 494 d.C. e divenne Regina a partire dal 526 d.C. La cattiva sorte fu compagna di questa nobile donna che restò vedova e poi perse un figlio destinato al trono. Amalasunta si risposò con un cugino che però, in accordo con gli Ostrogoti, la perseguitò con il fine di sbarazzarsi di lei. Questa Regina dotata di grande intelligenza e cultura tentò in vita di operare in nome della pace per la costruzione di un’armonia sociale e politica fra le genti venute dal nord (Goti ed Ostrogoti) e le genti romane. La leggenda vuole che la perseguitata Regina scappò da Ravenna intraprendendo un avventuroso viaggio che la portò a Rasai dove vi rimase per un lungo periodo. Alcuni sostengono addirittura che il nome del paese Rasai derivi dalla passione sconfinata che la Regina Amalasunta esprimeva per le rose; “Rosai” dunque, da cui “Rasai”.

Un tesoro nascosto

LISTEN il vero Tesoro:


Come nelle migliori storie di Re e Regine, anche in questa riecheggia la memoria di un incredibile tesoro. Monete, gioielli, pietre, oggetti preziosi e un bellissimo trono d’oro facevano parte di quanto Amalasunta portò con sé a Rasai e molti son certi che questo inestimabile tesoro sia ancora nascosto dopo essere stato sepolto da qualche parte dalla Regina stessa prima della sua fuga dal paese.
Percorrendo questi luoghi in autunno i tesori che riusciranno ad attrarre maggiormente la nostra attenzione non saranno sepolti ma si troveranno nei filari di viti, sui rami degli alberi da frutto, ai piedi dei castagni e nel sottobosco. In primavera anche il prato sarà generoso e capace di purificarvi se ne seguirete i consigli gastronomici.

Ma non è finita qui, pare ci sia una pergamena fatta redigere dalla sovrana per localizzare il suo tesoro e destinata a guidare alla ricchezza. Passata di mano in mano nei secoli ed infine salvata da un incendio, la misteriosa pergamena fu inserita in una bottiglia e murata in luogo ignoto. Non esistono cronache che attestino il ritrovamento del tesoro della Regina Amalasunta. Sembra infine che la sfortunata Regina venne costretta ad un “viaggio politico” attraverso la Toscana, diretta a Roma. Lungo il tragitto Amalasunta cadde vittima di un’imboscata, venne rapita e relegata sull’isola di Martana in mezzo al Lago di Bolsena. Nel 535 d.C. dei sicari la uccisero.

Un misterioso ritrovamento

Molti anni dopo, nel 1950 si è abbattuta una casa in località Coi e si ritornò a parlare improvvisamente della leggendaria bottiglia e della pergamena. Chi la trovò sembra sia riuscito a decifrarla con l’aiuto del parroco e qualcuno dice che il trono d’oro fu ritrovato, smontato e venduto a pezzi a Milano da un cittadino non noto che ora gode di indicibili ricchezze.