Itinerario Casere Prà 2

L’ultimo tratto del Piave fra le montagne

L’andamento del Fiume Piave in questo tratto è debolmente sinuoso, la valle è sufficientemente larga da concedere un ampio fondo ghiaioso e ciottoloso perfettamente aderente ai confini delle piane esondabili. Il fiume in questo tratto presenta ancora un’elevata energia ed è questo il motivo per cui i canali del fiume sono plurimi ed intrecciati, capaci di isolare lembi che sembrano isole a forma di losanga sulle quali a volte attecchisce la vegetazione. Le zone dove le acque si muovono trasportando con loro sempre nuovi depositi sono perimetrate da diversi ordini di terrazzi evidenziati da filari di vegetazione riparia tipica della zona. Gli ambienti fluviali del Piave sono importanti dal punto di vista ecologico e conservano forme bellissime tipiche di ambienti morfogenetici molto attivi regimati dalle acque in scorrimento. Il Piave oltre ad essere un corso d'acqua importante dal punto di vista storico e culturale è dunque un importante corridoio ecologico naturale per molte specie animali (soprattutto uccelli migratori). L'intenso sfruttamento delle sue acque a monte per motivi idroelettrici ne ha evidentemente depotenziato le portate, ma il Piave quasi ispiegabilmente sa resistere, mantenedo le sue morfologie e i suoi ambienti di pregio.

Il fiume nel corso della storia fu un'importante via di comunicazione. Lo scorrere delle acque favoriva il trasporto del legname dalle parti alte della Provincia di Belluno (Cadore, agordino, Comelico, ampezzano) fino alla laguna di Venezia e proprio vicino a Vas esisteva una zona di dogana dove si pagava un dazio per procedere. Il Piave garantiva anche il passaggio di persone e merci da una sponda all'altra grazie alla presenza di traghetti in tempi dove ancora i ponti erano rari.

Dove arrivava la lingua di ghiaccio

Nella zona compresa fra Vas e Quero, la valle si allarga e il fondo non risulta costituito da semplici materiali fluviali. Le forme qui sono plurime e variegate contraddistinte dalla presenza di dossi e vallecole. Siamo in una zona di anfiteatro dove una parte del Ghiacciaio del Piave durante l’ultima glaciazione aveva spinto le sue morene fino a qui, intersecando la pianura prima di arrestarsi.

Tutta la fascia di fondovalle inclusa fra Vas e Quero è ricoperta da depositi interglaciali di origine fluviale (deposti fra una glaciazione e l'altra), glaciali dell’ultima glaciazione (würmiana) e tardiglaciali rilasciati dai fiumi legati al discioglimento degli ultimi ghiacciai. In alcuni punti a questi depositi si sovrappongono depositi alluvionali antichi e recenti del Piave

Nel profilo sopra riportato le tinte del marrone rappresentano il substrato roccioso mentre le diverse tinte dell’azzurro sono depositi di origini fluviale o fluvioglaciale e, infine, con il blu più vivo si rappresenta il deposito glaciale. Da questo schema è facile intuire come l'assetto di un territorio sia sempre fortemente condizionato dalla sua eredità geologica.